Qualche notizia sui Kalifoo Ground e Caserta…

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Per reagire alla mattanza firmata da una costola del clan dei Casalesi, oggi un trentenne milanese e tre uomini africani si sono messi insieme. In concerto cantano la dolorosa esperienza di migrazioni rischiose e vite borderline. Gianluca Castaldi è un ex padre comboniano tornato da sei anni di missioni nella baraccopoli di Kwasigujana Sobantu, in Sudafrica. Kwadwo e Ben sono nati in Ghana, Zongo in Burkina Faso, terra dalla quale è stato costretto a fuggire dopo la sua attività di sindacalista in fabbrica. Ruolo che non ha abbandonato all´arrivo in Calabria, a Rosarno. Lì, si è ribellato ai caporali delle campagne fittando un pulmino con il quale, facendo colletta per la benzina, portava al lavoro gli altri immigrati contadini. Poi è arrivato a Cancello (Caserta) e ha conosciuto Ben (che vive e lavora a Qualiano) e Kwadwo (che vive a Castel Volturno e lavora a Parete). Il gruppo è nato dopo un laboratorio ideato da Castaldi e sta per incidere una demo, premio per la vittoria al contest di band emergenti nel Casertano.


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Il movimento degli emigranti e rifugiati di Caserta nasce nel 1995 con obiettivi ben precisi: legalità, antirazzismo e quindi integrazione sociale; sono queste le parole chiavi di «un’attività, che dura da 14 anni – racconta Mimma D’Amico, referente dello sportello informativo per immigrati e rifugiati – e che in un primo momento ha visto gli immigrati come semplici destinatari dei servizi dello sportello informativo, fino a diventare punto di riferimento per centinai e centinai di persone molte delle quali sono diventate protagoniste dello sportello stesso».
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