IERI PARTIGIANI, OGGI NO TAV
Per noi il 25 aprile non è una semplice ricorrenza, ma una giornata di lotta: in tempi di crisi, le politiche adottate dai vari governi impongono la necessità di una nuova resistenza. Quello che succede in Val Susa, attorno alla costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione, è solo uno dei tanti esempi di come le esigenze di padroni e speculatori vengano imposte con la forza. Ma alla Val Susa, come a tutti noi, un modello di sviluppo incentrato su devastazione del territorio e ridefinizione delle infrastrutture per maggiori profitti, non serve. Per questo dal 1991 comitati popolari si battono contro questa linea ferroviaria, sulla quale si giocano enormi interessi economici; interessi che sono in antitesi con i bisogni e le condizioni di vita reali della maggior parte della popolazione; contro il TAV, abbiamo visto una lotta partecipata, condivisa, che ha travalicato i confini della valle, contribuendo a palesare i limiti di questo modello sociale.
E mentre il Tav passa sulle nostre teste, è in atto l’ulteriore smantellamento di diritti fondamentali come la casa, la sanità e l’istruzione attraverso privatizzazioni e speculazioni. Anche nel mondo del lavoro assistiamo all’ennesimo attacco, da parte del governo tecnico, con la “riforma del lavoro”, ai diritti conquistati in anni di lotte.
Ma in questi ultimi mesi si sono moltiplicate anche le risposte dei lavoratori, contro la chiusura delle fabbriche, lo sfruttamento, la continua precarizzazione dei contratti di lavoro, la mercificazione dell’istruzione. Ne sono un esempio le aziende occupate e i presidi permanenti, le mobilitazioni degli studenti e quelle dei comitati che si oppongono a progetti di devastazione territoriale attraverso la creazione di discariche (Chiaiano) o infrastrutture (EXPO, TEM).
Tutte queste lotte, per quanto frammentarie e parziali, pongono una critica profonda al capitalismo, e rappresentano un’anticamera concreta allo sviluppo di un diverso sistema sociale. Proprio questa alternativa preoccupa la classe dirigente, che risponde con operazioni di criminalizzazione dei movimenti, come l’ondata di arresti e misure cautelari del 26 gennaio scorso proprio contro militanti NoTav.
Ma noi non ci fermiamo: opporsi al TAV vuol dire contrastare le politiche da macelleria sociale del governo delle banche e di Confindustria.
25 APRILE, ORE 14, FERMATA MM PALESTRO
CONTRO I FASCISMI DI OGNI TEMPO, SPEZZONE NO TAV AL CORTEO DI MILANO